martedì 20 novembre 2012

Una finestra opaca

Una finestra opaca. Il silenzio. Un velo sul cuore, poaggiatosi sull'anima. Un'anima tormentata. Tormentata dai troppi ricordi, da descrizioni di attimi incompiuti. Quante valigie vuote, attese dietro l'angolo, gioie che non le appartenevano. Quella mattina regnava una tranquillita`apparente, tutto era come sempre.
Pioveva. Si affacio`, distrattamente alla finestra, quando improvvisamente incrocio`il suo sguardo, uno sguardo intenso, carico di emozioni. Per un attimo rimase inerme. Lui le pronuncio`un sorriso delicato, accattivante. Quel sorriso, lei non lo sapeva ancora, ma diverra`la sua prigione. Ogni mattina inconsciamente prosegui`con lo stesso rituale, ma la sua costante non era piu`li`. Quel sorriso scomparve nel vuoto.
Passarono giorni, settimane , mesi, anni e di quel sorriso, rimase solo un ricordo sbiadito. Quel sorriso divenne la sua gioia che non le apparteneva. Cerco`invano , tra la gente, quando ad un tratto era in un bar del centro a consumare il suo solito caffe`e voltandosi incrocio`quel sorriso, rimase delusa, aveva tanto fantasticato su quel sorriso, proggettando e schematizzando quel giorno in cui l'avesse rivisto, che quando se lo ritrovo`li`, la magia scomparve.
Il suo sguardo non era piu`carico, intenso, ma era devastante, navigato, spento. Dannato quel giorno. Dannato, ripeteva a se stessa. Si giro`consumo`velocemente il suo caffe`, quando si accorse che quell'uomo l'avvicino`dicendole: Quella mattina di mezza estate eri splendida. T'ho cercata ovunque, ma inutilmente. Adesso sono qui, ma dal tuo sguardo deduco che non sei felice. Lei ferma, non riusci`a dirgli una parola. L'uomo avanzo`verso l'uscita, si volto`per un'ultima volta. Lei aveva il cuore che le batteva forte, ma non ebbe il coraggio di fermarlo. La droga spaventa. Lei non era pronta all'idea che quel sorriso fosse un sorriso artefatto d'agenti chimici. Perse la sua occasione, perse l'uomo piu`importante della sua vita. Perse suo padre.

- Veronique Frongillo © The words never said.

mercoledì 8 agosto 2012

Non sento.

Come spiegare quella maledetta nostalgia. A volte i silenzi sono più efficaci di ogni qualsiasi parola... Interminabili silenzi incombevano quella mattina d'estate. Come spiegare la sua assenza totale da tutto ciò che le circondava? Come spiegare il fatto che non riuscisse più a sentire nulla ? Non le restava altro che il suo silenzio, il silenzio di chi ha paura delle sue stesse parole. Nostalgia degli inizi, nostalgia di un qualcosa di fittizio, di assurdo. La mente a volte gioca brutti scherzi, componendo lunghe serie di eventi che forse il più delle volte non accadranno mai. Allora perchè angosciarsi cosi`tanto? Perchè imporsi di star male per un qualcosa di non reale ? Forse il problema reale sta nello sperare che anche qualcosa di negativo accadi, per ritornar a sentire qualcosa.

giovedì 28 giugno 2012

Il suo compagno di viaggio

Ascolta la tua voce e Va' dove ti porta il cuore, ovunque lui desideri e anche se ti troverai in vicoli cechi non aver paura . Non aver paura dell'ignoto , anche perchè l`essenziale e`invisibile agli occhi . Amava leggere , " l'essenziale e`invisibile agli occhi" Il piccolo principe. Leggere le dava un senso di fuga , si assentava, riusciva a proiettarsi in una realtà parallela , una realtà che poi non era cosi`tanto reale. Era seduta al bancone di un bar , tra la gente. Gente avvolta dalla frenesia, dalla fugacita` del tempo , per lei il tempo si era fermato . Fermato tra quelle pagine , pagine che le ricordavano quanto fosse fuori luogo nel luogo in cui viveva . Alzo`lo sguardo contemplo` per pochi istanti che era seduta li`da un paio d`ore. Prese la sua borsa , il suo libro e si incammino` alla ricerca di un qualcosa . Di uno sguardo amico, di una parola dolce, di un sorriso. Il giorno dopo era sempre li`seduta allo sgabello di quel bar con il suo compagno di viaggio . Il suo immancabile libro .

martedì 1 maggio 2012

C'è bisogno di dialogo.

C'è bisogno di dialogo ... Le parole mai dette quelle che giacciono nel profondo dell'animo , a volte nascoste ,represse ,sono la soluzione ai nostri disagi. Quante parole non dette , quante frasi mancate per paura di una reazione negativa ,per paura di ferire un'altra persona ... Bisogna rischiare ,bisogna mettersi in gioco e affrontare ogni situazione di petto ... Anche se in noi vige la più forte paura ,dobbiamo superarla , perché una parola non detta può equivalere ad un sorriso mancato ... Quanti rapporti consumati e rovinati per i troppi silenzi , si dice che i silenzi valgano più delle parole , ma in determinate circostanze, le parole cambiano i fatti ... Le parole mai dette , quelle che sono custodite nel profondo del cuore ,se dette a voce bassa ,se dette con il cuore aiutano a MIGLIORARSI e a migliorare le persone che vogliamo bene...!

domenica 15 aprile 2012

Lo straniero

E poi ci sono quei periodi in cui vuoi mollare tutto , dove tutto sembra sbiadirsi e sgretolarsi come un castello di sabbia .  Già i periodi no non mancano mai . Lei ne sapeva qualcosa ... Fortuna che come tutto torna , anche tutto passa . Gli avvenimenti più negativi se visti da un'ottica diversa possono essere anche quelli più positivi ; un po' come quando perdiamo l'autobus o un treno , a primo acchito diventiamo furibondi , ma se solo ci fermassimo un attimo vedremo ,che quel momento ci ha permesso di fare ad esempio una lunga passeggiata e assaporare i primi raggi del sole o di fermarci per un caffè e scambiare quattro chiacchiere con un conoscente . Già quella mattina tutto sembrava andarle storto. La sveglia suonata in ritardo , l'autobus mancato . Ma quello fu un giorno "si" per lei . Perso l'autobus decise di andare a lavoro facendo quattro passi , si fermò a fare colazione . Voltando lo sguardo notò un uomo leggere un giornale . Sembrava uno straniero . Rimase incantata , inerme a cotanto carisma . Consumò velocemente il suo caffè e si accese una sigaretta . Restò lì in silenzio, quasi volendo immortalare quel momento , per custodirlo . L'uomo si alzò e andò via , avrebbe voluto fermarlo, chiedergli cosa facesse nella vita , chi era , ma come si dice non tutto quello che ci sentiamo di fare facciamo . Da quel giorno decise di andare a lavoro senza autobus e di fermarsi sempre al solito bar ,sperando di ricontare lo straniero. 

mercoledì 11 aprile 2012

Siamo alle solite .

Siamo alle solite. Ogni giorno ripetiamo a noi stessi di voler cambiare , di voler dare una svolta alla nostra vita , ma puntualmente quella svolta non arriva mai.  Troviamo mille scuse ,della serie : è troppo tardi , ma in fondo cosa cambierà , domani cambierò ... Quante volte aveva ripetuto queste parole, quasi come un rituale . Cercava la " svolta " , quella che gli cambiasse la vita , ma come si può pretendere di cambiare se siamo i primi a non far nulla perché questo accada ?!?  A volte si crede che cambiando città , lavoro , amici , cambi qualcosa , ma non è così e lei lo sapeva bene .  Aveva pagato a sue spese queste false convinzione , già perché il vero cambiamento parte da noi stessi e non dal mondo che ci circonda . Il mondo che ci circonda è semplicemente uno sfondo , siamo noi i protagonisti , siamo noi a decidere ad avere il "free will". Un giorno durante la pausa caffè , ascoltò involontariamente uno scambio di battute tra due colleghe, che parlavano di come un uomo le avesse cambiate . Lei odiava questa falsa convinzione . Come si può pensare che un uomo , una donna , una persona esterna a noi possa cambiarci , se noi siamo i primi a non voler cambiare o per troppa pigrizia o per troppa paura ... Intervenne bruscamente asserendo : come potete pensare che una persona estranea possa cambiarvi ? E perché cambiare per una persona estranea ? Per una persona che andrà via . Rimanete sempre voi stesse . Diffidate da chi vi vuole cambiare e apprezzate chi vi vuole guidare per aiutarvi a raggiungere la vostra strada senza pretese e secondi fini.  Lei quella svolta per molto tempo la rimandò per paura di sbagliare , di fallire . La paura era sua nemica . Un giorno decise non di cambiare , ma di amarsi. La sua svolta non era quella che pensava lei , non era quella di dover cambiare città , lavoro , ma era semplicemente quella di amarsi e quando iniziò a farlo provò una sensazione indescrivibile . La vera svolta parte dal nostro animo, non da quello che ci circonda .

lunedì 9 aprile 2012

Quella pagina bianca.

Inevitabilmente ,nei momenti in cui meno te l'aspetti tutta la tua vita ,come in un replay ti scorre davanti agli occhi . Quella sera c'era la luna , le stelle ... Il dolce fruscio delle foglie , un' atmosfera perfetta . Decise di fare una lunga passeggiata . Amava quell 'atmosfera , le trasmetteva serenità . D'un tratto vide una panchina si sedette e aprì il suo diario , lentamente girò le pagine, quasi gelosamente,per paura che la notte potesse portare con se le sue parole...  Si fermò su una pagina ... La lesse velocemente . Una lacrima percosse il suo viso , rilesse quelle parole quasi volendole immortalare nell'anima. " Anche quando ti sentirai sola , non aver paura , perchè sola non sarai mai, quindi non piangere . Sai sei più bella quando sorridi . Sei più bella quando sei serena. Non pensare , perché se pensi fai danni . " rileggendo il : " se pensi fai danni " iniziò a ridere , già quanto rise . Sapeva che il suo problema era che non pensava ,ma si fissava sulle cose . Era capace di mettere in atto delle vere sceneggiature . A distanza di tempo rileggere quelle parole le dava gioia , già perché erano le parole di una persona che l'amava, di una persona che non l'avrebbe mai lasciata sola . Girò ancora qualche pagina , quando arrivò ad una bianca ... Cercò di ricordare , perché mai l'avesse lasciata bianca .  A volte si lasciano pagine bianche anche nella vita . Le pagine bianche sono quelle o che vuoi dimenticare e quindi le lasci in bianco o quelle che vuoi riscrivere . Quella pagina bianca lei lasciò appositamente così . Lei voleva riscrivere la sua vita e concluse il diario con una pagina bianca .  Quella pagina sarà l'inizio della sua vita ...  Quella sera , c'era la luna , c'erano le stelle e c'era lei con quel suo splendido sorriso .

sabato 7 aprile 2012

Le maschere passano di moda .

È difficile raccontare la propria storia . Quante storie aveva ascoltato, storie che se non vissute in prima persona , a volte si stenta a crederle . La sua storia era una storia fuori dal comune , era una di quelle che quando l'ascolti resti inerme , quasi bloccato , per la paura di usare le parole sbagliate. Non amava raccontarsi,perché raccontarsi significava mettere a nudo la propria anima , spogliarsi di tutte le false certezze acquisite col tempo. La sua storia ,era la storia di una donna cresciuta troppo in fretta ,tra gioie e dolori , d'altronde la vita è come un cocktail , un mix di ingredienti dolci e amari ... Non rinnegava le sue radici. Lei era fiera di quello che era diventata, forte ,ma al contempo fragile , perché ancora capace di emozionarsi davanti ai piccoli gesti. Nonostante  la vita gli avesse posto prove difficili da oltrepassare ,lei non aveva perso quella sensibilità , non era diventata cinica , anche se voleva sembrarlo a tutti i costi .  Decise di indossare una maschera , ma si sa che col tempo le maschere passano di moda se messe continuamente e ciò che passa di moda col tempo sfiorisce e come quando compri una borsa e sei consapevole che la prossima stagione non la indosserai più . Lei nonostante quella maschera passò di moda decise di indossarla ogni qualvolta non voleva mettere a nudo la sua intimità , ma con lui non ci riusciva ,con lui riusciva ad essere ciò che non era stata mai , riusciva ad essere quella che era realmente una donna sensibile , capace di emozionarsi difronte ad un arcobaleno... Capace di volersi bene e di mettersi al primo posto . Ognuno di noi ha una storia , lei pensava che la sua storia non fosse poi così male , in fondo ciò che aveva vissuto la permise di sentirsi una persona non vuota , ma una persona ricca d'animo ... 

Scelte sbagliate ?!?

Nella vita a volte si fanno delle scelte sbagliate . Le scelte sbagliate sono dovute a tanti motivi : alla mancanza di personalità ,oppure ,in più delle volte alla paura di scegliere ciò che si vuole realmente per la poca autostima in se stessi. A volte le scelte "sbagliate" non lo sono del tutto . Lei lo sapeva bene , già quante scelte sbagliate aveva fatto . Ad oggi alla domanda : "se avessi una macchina del tempo cambieresti qualcosa della tua vita ? " la sua risposta era sempre la stessa . No , non cambierei nulla,perché grazie anche a quelle scelte sbagliate devo la donna che sono . Una donna forse non spensierata come tutte, ma fiera di come sono .  Quante scelte aveva dovuto prendere , scelte che neanche lei accettava del tutto, ma pur di non restar soli cosa si fa ...  Era alla finestra mentre ascoltava la sua playlist di sempre , accompagnata dalla sua immancabile "amica" una sigaretta . Pensò a quante scelte sbagliate avesse fatto. Amori sbagliati , amicizie sbagliate , lavoro sbagliato... Si rese conto che la sua vita si basava su delle scelte sbagliate, ma si ricordò la frase che lesse su un libro : " a volte bisogna guardare e prendere il meglio delle cose ,anche nelle cose sbagliate ". La vita l'aveva insegnato a prendere i lati positivi in tutto e a non prendersi troppo sul serio. Basti pensare a quando ci accade qualcosa di brutto, siamo disperati ,ci sentiamo persi . Lei per un lungo periodo si sentì così . Sola , affranta ... Ma capì che se solo fosse andata oltre ,quel momento per lei di gran dolore visto da un 'ottica diversa sarà il suo momento migliore . Già perché quando si è soli con se stessi si ha la facoltà di scegliere ciò che realmente vogliamo e non semplicemente di prendere ciò che ci capita . Quella sigaretta sembrò infinita . Vide la sua immagine riflessa , vide un volto sorridente , già perché sono le piccole cose a fare la differenza , un niente che comprende un tutto. Quindi anche se la sua vita si basava su insieme di scelte sbagliate ad oggi era felice ,perché in fondo chi può dire quale siano le scelte giuste? 

venerdì 6 aprile 2012

Così distanti,ma così vicini.

Così distanti ,ma così vicini . Pronunciò questa frase alzando gli occhi al cielo .  In una fredda mattina d'inverno decise di andare in spiaggia . Il mare le trasmetteva serenità , adorava quel dolce suono delle onde ,che facevano da melodia al suo cuore. Sulla sabbia scrisse :" così distanti ,ma così vicini" , neanche il tempo di terminarla e con violenza il mare la portò via  . Si alzò e si poggiò su di un muretto . Era estasiata da quell'orizzonte. Calò il tramonto . Nel suo iPod in quell'attimo passava : quando ti senti sola - ORO , era una canzone a cui era molto legata , forse ascoltandola penserete che sia una canzone triste, invece, lei adorava quella canzone ,perché le dava forza.  Nel suo cuore ,sapeva di non essere sola ,sapeva che quella distanza era delineata solo dallo spazio ,ma non dall'anima. Lei, lo sentiva vicino come non mai e anche se aveva una gran voglia di stringerlo a se era felice ,perché in quella gelida mattina d'inverno ,lo sentiva vicino al suo cuore . E come dice un famoso testo di Ligabue : "Certe luci non puoi spegnerle."

giovedì 5 aprile 2012

Siamo tutti delle porte

Noi siamo delle porte , ci saranno sempre persone che entreranno ed usciranno dalla nostra vita , altre resteranno, altre ,invece,usciranno sbattendo la porta violentemente ... Ma questa è la vita tutti siamo di passaggio, tutti siamo delle porte ... Basta solo sapere a chi aprire la nostra PORTA.  Lei ricordava tutti quelli che se n'erano andati, già come dimenticare ogni pugnalata ricevuta al cuore , ogni qual volta che quella porta veniva sbattuta,ma faceva parte del gioco . La vita ti riserva queste sfide per farti crescere . Quelle porte sbattute l'avevano fatta crescere, l'avevano fatta apprezzare ancor di più  le persone che restavano  ... Non dobbiamo aver paura di aprire la porta, forse verrà sbattuta un miliardo di volte , ma quando verrà aperta dolcemente, sarà uno dei momenti più belli che si possano provare .  Lei ,incontrando lui provò quel momento e non aveva paura questa volta di aprire la porta , perché il suo modo fu diverso da tutti gli altri fu un modo speciale,fuori dal comune .Quel giorno fu contenta di aver aperto quella porta ,come non l'era stata mai.

mercoledì 4 aprile 2012

Il profumo della primavera

Il profumo della primavera . I raggi del sole che le illuminavano il viso erano per lei fonte di vita. Aveva l'abitudine la notte di lasciare la finestra aperta, perché l'idea di svegliarsi con i raggi del sole le faceva iniziare bene la giornata. La sveglia puntuale come sempre la svegliò ,tolse le coperte lentamente cosicché i raggi del sole la potessero riscaldare lentamente. Che bella sensazione . Provava un senso di pace, di serenità . Si affacciò alla finestra e tirò un lungo respiro quasi volendo sniffare quell'aria pura. Si preparò per una lunga passeggiata . A volte anche quando non è uno dei periodi migliori ,anche quando vorresti essere in tutti i luoghi del mondo fuorché in quello in cui sei, basta un niente per far si che le cose cambino . Basta una passeggiata, una chiacchierata con l'amica di sempre accompagnata da mille sigarette ,un caffè preso in metrò tra la gente . Lei decise di affrontare ogni giorno col sorriso , decise che nessuno doveva toglierglielo . Volle abbandonare quel senso di vuoto e d'ansia che l'accompagnava . Decise di vivere e capì che le piccole cose sono quelle che contano ,che a volte basta un niente per far si che ci sia un tutto.

sabato 31 marzo 2012

Non sei la benvenuta.

Poi c'era quella sensazione di vuoto che la venne a bussare in una notte come tante . La svegliò brutalmente , quasi come un fulmine in una notte calda di fine estate. Quella sensazione dopo quella maledetta notte l'accompagnò per giorni, non riusciva a darsi una spiegazione .  Passò una settimana e in lei era sempre presente quel senso di vuoto, di mancanza , di angoscia ...  Ore 03.41 la svegliò di nuovo lei , l'ansia , ma un'ansia strana, era come un velo poggiatosi sull'anima , fino ad ora non ne aveva mai parlato con nessuno decise di contattare un suo caro amico . Lui le disse prova a guardarti dentro, prova a capire cos'è che ti procura questo . Si accese una sigaretta , quasi volendo raggirare il problema , volendolo quasi ingannare , ma lui era sempre li. Provò allora a scavarsi dentro, ma non riusciva ad oltrepassare quel confine ,forse per la troppa paura di riscoprire un mondo che le faceva paura , sensazioni che già aveva provato in passato .  Forse questa volta questo velo di malinconia e questo senso di vuoto erano realmente delle sensazioni inspiegabili , perché lei stava bene, come non mai . Forse aveva queste sensazioni per la paura di perdere questo suo momentaneo equilibrio interiore ...  Ah ansia dovresti sapere che qui non sei la benvenuta . 

venerdì 30 marzo 2012

Le giuste misure

È sempre stato più forte di lei ,non riusciva a prendere le giuste distanze , le giuste misure . Finiva irrimediabilmente con il legarsi ad una persona . Si legava ,ma non perché provasse qualcosa . Era come se si imponesse di gioire, soffrire ,anche non provando effettivamente nessun sentimento . Sapete come? Ad esempio quando andate in un atelier dove ci sono tanti abiti ,ma nessuno vi colpisce, ma pur di aver qualcosa e non sentirvi vuote prendete quello che vi capita . Lei così faceva prendeva non quello che desiderava ,ma quello che le capitava,forse penserete per pigrizia ,ma non era così . Purtroppo vedeva le persone come ancore ,come coloro che l'avrebbero potuta portare via dalla sua vita,da un lavoro sbagliato, una famiglia sbagliata ... E allora si affidava a qualsiasi persona pur di trovare una via di fuga ...  Un giorno alla radio trasmisero una canzone : " Nella stanza 26 - Nek "le rimase impressa : "...Ma dagli uomini che ti abbracciano e ti rubano dagli occhi l'allegria non puoi andar via ..."  Alzò il volume quasi come se volesse azzerare i suoi pensieri, che la tormentavano, ma quando l'alzò involontariamente attaccò con quella frase  . Accostò l'auto e scoppiò in lacrime , ma non perché gli uomini le portassero via l'allegria dagli occhi  , ma perché lei per l'ennesima volta aveva fatto si che questo accadesse ...

mercoledì 28 marzo 2012

Un padre mancato

Sognava una vita diversa per lei.  Una vita spensierata, felice ... Una di quelle in cui non devi preoccuparti del domani, ma dove a contare è solo l'oggi . Un giorno era in metropolitana ,precisamente a Covent Garden , una voce confusa annunciava la prossima fermata . Lei era lì seduta,davanti a se si prospettava una nuova vita. Scelse Londra come città in cui ricominciare, quale città migliore  di Londra ? Dove tutto si svolge in maniera così caotica, dove non si ha neanche il tempo di pensare ... Scese dalla metropolitana , si fermò al primo bar . Ordinò un caffè all'americana. Nel frattempo i suoi occhi si persero tra la gente che tornava da lavoro di fretta e furia per raggiungere il proprio "nido familiare", quel nido che a lei era stato strappato. Rimase inerme davanti ad un padre che aveva tra le  braccia la sua bambina. Si rivide in quelle braccia , in quelle braccia forti . In quelle braccia forse mai toccate. Rivide suo padre, un padre assente, che non le aveva mai detto ti voglio bene e che anche sul punto di morte non volle vederla. Si sentiva in colpa, per non avergli mai detto : Papà ti voglio bene. Ma come poteva era solo una bambina quando lui se ne andò . Arrivò il caffè , lo bevve velocemente ,raccolse le sue cose e si incamminò lasciando su quel tavolino la mancia e il ricordo di un padre mancato . 
Voleva essere scelta,voleva a tutti costi esserlo ,più che altro si imponeva di essere scelta per non sentirsi più sola,ma in fondo non voleva affatto questo. Lei voleva scegliere,perché scegliere le dava un senso di sicurezza,di protezione, ma non ci riusciva . Come si può essere scelti e scegliere quando riesci a misurarti solo in quattro mura ? Quelle mura bianche , col tempo sporcate dai suoi segreti più oscuri... Vi è mai capitato di voler spaccare il mondo ed essere pronti a tutto per ottenere ogni cosa desiderata ? Lei si sentiva così ,ma solo nel suo piccolo mondo ,in quelle quattro mura. Quando varcava quelle mura si sentiva piccola , si sentiva sempre da meno ... Il suo problema era che si affidava al giudizio altrui, viveva quasi in dipendenza degli altri, cercava sempre conferme , quando sarebbe bastato che egli stessa si confermasse ...

lunedì 26 marzo 2012

L'armadietto

La paura non faceva parte di lei .  Come poteva aver paura  una donna che aveva tentato di togliersi la vita ?!? Gli occhi fermi ,sguardo fisso nel vuoto ,un vuoto, che nascondeva uno dei momenti più bui della sua vita . Era notte fonda ,si alzò ,percorse quel lungo corridoio che le sembrava infinito,arrivò alla soglia della camera. Lì c'era un armadietto, quante volte arrivò in quel punto, ma senza riuscire mai a varcarlo, quel giorno, quella notte ci riuscì ,arrivò li , aprì e ritornò a letto , selezionò la sua playlist e cadde in un sonno profondo . Ore 07.30 la sveglia puntuale come sempre al primo tocco la svegliò, gli occhi e il cuore pieni di lacrime ,era infastidita da quei raggi del sole che le riscaldavano il volto. Si alzò si rese conto che si sentiva bene come non mai , si guardò allo specchio e non si capacitò di ciò era sconvolta impaurita nel guardarsi, non era possibile che lei fosse ancora li ... Su un foglio scrisse una frase : " Non ho paura ,ma sono vigliacca non ho saputo neanche far del male a me stessa ,perché ho usato la notte per spegnermi quando bastava un semplice gesto per andar via ." Gennaio 2010 a distanza di anni trovò quel biglietto ,lo lesse con sgomento non poteva credere che quella donna del biglietto fosse lei, quella donna che voleva farla finita ... Prese il biglietto lo conservò in un cassetto, quasi volendolo custodire gelosamente , stracciarlo sarebbe voluto dire voler dimenticare . Lei non voleva dimenticare ,perché dimenticare una cosa del genere la spaventava . Lei voleva che quel momento restasse vigile per farle capire che anche quando ti manca la terra sotto i piedi ,anche quando tutto sembra andare a "puttane" , l'unica cosa da fare è dire : " CI SONO ,VADO AVANTI " e non aprire quell'armadietto .

L'addio .

 L'addio . Cos'è  realmente un addio? Beh voi penserete che un addio è quando qualcosa decide di lasciar per sempre la nostra vita o quando noi decidiamo di lasciar andar via qualcosa ,ma per lei l'addio non era così . Quante volte ripeteva a se stessa quella frase : " Addio " .  A quante cose avrebbe voluto rinunciare ,ad un'amica sbagliata, un amore tormentato, un lavoro che non le dava stimoli, ma non riusciva negli addii . Era come inerme a codesta parola, le faceva quasi paura pronunciarla ,perché pronunciarla sarebbe voluto significare CAMBIARE . Aveva paura dei cambiamenti ,aveva paura di rischiare ,ma in fondo al suo animo sapeva che in quel giorno doveva prendere coraggio e dire addio a quell'amore, un amore senza amore, un amore fatto di inganni ,tradimenti ... Quel giorno arrivò finalmente quella parola venne pronunciata dalle sue labbra ... Quella parola tanto temuta si trasformò nella parola più bella che avesse mai detto negli ultimi anni ... Si scelse , per una volta scelse lei .

domenica 25 marzo 2012

Dietro un'altra acconciatura . Ogni volta era sempre la solita storia . Cambio colore ,cambio vita . Ripeteva sempre a se stessa questa frase ogni volta che decideva di trasformare il suo look : da bionda,rossa,castana ... Ma lei sapeva che quella stupida frase era soltanto un modo di dire,perché alla fine non cambiava nulla . Il problema non era un taglio nuovo ,un colore nuovo , il problema era che lei cambiava di continuo ,ma la sua vita era sempre la stessa. Una vita monotona, una vita che non le dava stimoli . Si sentiva in gabbia ,si sentiva mancare il respiro . Si illudeva che cambiando la sua identità potesse cambiare anche la sua vita,ma non era così ... Dietro quelle mille acconciature c'era lei ,una donna insicura, una donna che voleva dare una svolta alla propria vita e non avendo il coraggio di cambiare la sua vita ,decise di cambiare la sua identità giorno dopo giorno ...

sabato 24 marzo 2012

Abituarsi.  Ci fu un periodo in cui si abituò a star male , per lei era diventata una "cosa" normale , come quando la mattina ti alzi per andare a scuola, in ufficio ... Ma voi direte, una persona dovrebbe abituarsi ad un certo stile di dieta , di vita , ma non a star male , per lei,invece,non era così. Una mattina di dicembre , una mattina come tante ,ad un tratto mentre stava uscendo per andare a lavoro intravide la sua immagine riflessa nello specchio, d'un tratto si fermò. Contemplò quell'immagine quasi volendola immortalare , per conservare quel momento . In quel momento le passò dinnanzi agli occhi tutta la sua vita . Restò inerme . Una lacrima scese dal suo viso, quella lacrima tagliente come un coltello le graffiò l'animo , in quel preciso momento vide la tristezza nei suoi occhi ,quella tristezza a cui era abituata da tempo ...  Suonò il citofono , si asciugò il viso e fra se e se disse : " sono abituata a star male , perché doveri disabituarmi? " . Scese sfoggiando un sorriso finto , nessuno si rendeva conto che stava male, ma non perché lei era brava a nasconderlo, ma perché la gente non va oltre il proprio naso ... 

venerdì 23 marzo 2012

Riusciva a misurarsi solo in quelle quattro mura , il suo piccolo posto nel mondo ... Un giorno decise di varcare quella linea sottile , quella linea che la divideva dalla realtà . Era ubriaca di malinconia, ma non quella malinconia ,intesa come uno stato di tristezza,ma una malinconia che le procurava gioia. Amava la sua malinconia , quel velo che le si poggiava sull'animo e la tormentava come una dolce melodia. Varcata quella linea, si rese conto che lei poteva farcela, poteva affrontare quel mondo che fino a poco tempo fa le faceva paura... Ed eccola li tra la gente che guardava indifferente. Con se aveva solo quel sorriso, spensierato, di chi non vuole più misurarsi in quelle quattro mura, ma di chi vuole VIVERE.
Al buio.  Di notte era tutta un'altra storia,di notte riusciva ad essere ciò che non era durante il giorno. La luce la spaventava,la imbarazzava,le procurava un senso quasi di disagio. Era bella, Dio quanto era bella ,ma di un bello dannato.  Era bella,ma avete capito come? Come quando si è in riva al mare in una notte di mezza estate,dove a farvi compagnia vi è la luna. Dove l'atmosfera riesce a raggiungere il sublime. Lei aveva paura di essere sfiorata,di donare la sua intimità ,perché non si accettava ,ma di notte lei era un'altra,riusciva a scrollarsi di quelle insicurezze e dai i suoi freni inibitori. L'intimità l'aveva sempre turbata. Lei voleva soltanto una persona che la guidasse verso la sua intimità ,una persona ,che le donasse amore e capace di rendere quell'atto fisico non in quanto tale,ma come qualcosa di più profondo,che non le creasse un senso di "sporco", ma un senso di estasi. Non chiedeva tanto,voleva solo una persona dunque che l'accompagnasse in un mondo nuovo, diverso da quello vissuto negli ultimi anni. Lei non voleva il principe azzurro, ma un uomo che non fosse da incubo.

giovedì 22 marzo 2012

Le ricorrenze le facevano sempre male. Già le ricorrenze,giorni prestabiliti,giorni che le imponevano di soffrire,di gioire... Lei odiava le ricorrenze,odiava dover essere legata ad una data,un giorno,un giorno, che lei avrebbe tanto voluto dimenticare,ma quel giorno si avvicinava sempre di più . Lei non voleva pensare e programmare se star bene o se star male,ma il giorno era vicino. La sveglia delle 07.30,puntuale come sempre,quel giorno,quel famoso giorno non la svegliò. Inconsciamente era sveglia,ma si impose di non svegliarsi,di non affrontare quella mattina. 02 Marzo 2008 , un anno come tanti, un giorno come tanti apparentemente,stranamente era una bellissima giornata,i raggi del sole quel giorno avrebbero potuto riscaldare anche i cuori più gelidi,ma non il suo... Quel cuore affranto,devastato in pochi secondi da una breve chiamata,una di quelle chiamate brevi,fredde . Lei : "Pronto?!?" . Lui : " Mi dispiace. Lui non c'è più . " Il nulla ,un boato placò il suo animo incredulo. Continuò la sua giornata assumendo una calma apparente,ma l'ora arrivò, l'ora di andare arrivò in un modo così fugace ,da non fargliene rendere conto. Era li, sola come non mai, tra la gente che neanche per un solo attimo distolsero i loro sguardi da lei. Pochi sorrisi ,ma anche essendo sola si fece forza ed entrò,in quel luogo, dove non sarebbe mai voluta entrare. I suoi occhi ,già quei suoi occhi marroni, il suo volto,un volto navigato. D'improvviso tutto si fermò, anche il suo cuore cessò di battere in quell'istante. Tutti si alzarono, abbassando il capo, mentre lei ,invece, volse il suo sguardo sull'uscio. Entrò lui ... Entrò, ma non come il suo cuore desiderava... Lui era così vicino , ma così distante, lui era a due passi da lei , ma lui non c'era come lei avrebbe voluto. 02 Marzo 2009, ore 07.30 la sveglia suonò puntuale come sempre, lei non si svegliò. Lei odiava le ricorrenze, odiava quel giorno e decise di non affrontare mai più quel giorno.
Vi siete mai sentiti paragonati ad un oggetto ? Lei ogni volta,ogni  " maledetta " volta si era sentita così ,un oggetto , una cosa da usare e poi buttar via. Vi chiederete,dunque, perché non diede una svolta alla sua vita? Non la diede semplicemente perché , per lei era inutile darla, il problema non era lei,ma il luogo in cui viveva . Quando le chiedevano di dove sei, sapete miei cari cosa rispondeva? Sono di tutti i posti del mondo fuorché in quello in cui vivo .
Lei viveva una realtà parallela,nel suo mondo era forte,bella,piena di voglia di vivere,di provare nuove emozioni,nuovi sapori,ma appena varcava quella porta,quella linea sottile,immaginaria,tra il suo mondo e il mondo esterno : " la FOTTEVA " ,perché lei aveva paura di essere scelta. Voi penserete. Invece no,lei aveva paura di scegliersi,perché scegliersi significava mettersi in gioco,rischiare,imporsi... " Sbagliato il sol pensiero di non scegliersi. Ancor più sbagliato il pensiero di essere voluti scegliere ,se non siamo prima noi a sceglierci,come potremo pretendere il contrario ?!? "